Il GLH operativo

  • Il GLH “operativo” o “dedicato” è uno dei momenti cruciali per l’integrazione dell’alunno nella classe.
  • All’interno di questo gruppo di lavoro si pongono le basi per il Profilo Dinamico Funzionale (PDF), che costituisce la base su cui costruire:
    • il Programma Educativo Individualizzato (PEI) o
    • il Programma Educativo Personalizzato (PEP).
  • Il PEI prevede il raggiungimento di obiettivi “individuali”; il PEP prevede percorso “personalizzato” e stessi obiettivi della classe, a livello minimo.

Al momento dell’accoglienza è bene :

  • evitare fastidiose attese;
  • porre attenzione alla gestione del “setting”, disporre le sedie circolarmente, fare in modo che l’ambiente si presenti pulito ed ordinato e complessivamente accogliente;
  • ricordare che fa piacere a tutti essere riconosciuti e ben accolti;
  • è opportuno avere tutta la documentazione necessaria sotto mano.

Importanza del colloquio

  • Durante il colloquio è bene iniziare dal punto di vista dei genitori e, per ciascun insegnante, osservare e saper ascoltare.
  • È importante concordare strategie comuni, precisando fin da subito il tipo di comportamento che ci si aspetta dalla famiglia e dai servizi sociali in seguito a determinate comunicazioni.
  • Se si vuole procedere verso obiettivi comuni è necessario un raccordo frequente, anche per un adeguamento e un verifica dei cambiamenti che il lavoro dovrebbe produrre nel bambino.
  • Dopo il colloquio si può ricorrere, per contatti più frequenti, anche a mezzi informali (e-mail, SMS e altro).
  • Soprattutto non lasciare che fra un colloquio e l’altro passi troppo tempo.

Per una buona collaborazione

  • Dal colloquio all’interno del gruppo può scaturire la collaborazione fra gli insegnanti e il servizio sanitario.
  • Questi incontri dovrebbero permettere ai genitori di costruire adeguate aspettative nei confronti dei figli.
  • Ogni insegnante può confrontare il proprio punto di vista con quello di tutte le altre parti in causa e adeguare le proprie richieste nei confronti dell’alunno.
  • In altre parole, questi incontri devono consentire una conoscenza approfondita dell’alunno stesso e delle problematiche che incontra sia sul piano dell’apprendimento che nel relazionarsi con gli altri.

Base del dialogo

  • Ciò è reso possibile dalla presenza di più persone che seguono l’alunno in vari momenti e in molteplici attività.
  • Ma è proprio la presenza di più componenti che spesso non consente un dialogo sincero e costruttivo.
  • Innanzitutto va chiarita la necessità di riconoscere la diversità dei ruoli, mantenerli ben divisi, chiarirli fin dal primo incontro.
  • È importante poi che non nascano conflittualità all’interno del gruppo, per evitare disorientamento alle famiglie.
  • È fondamentale che all’interno del team degli insegnanti ci sia una buona intesa: in tal modo la comunicazione con le famiglie e con i rappresentanti del servizio sanitario sarà favorita.

Efficacia del colloquio

Perché il colloquio sia efficace sono necessari:

  • un clima di reciproca fiducia;
  • la possibilità di essere ascoltati senza pregiudizi;
  • il rispetto dei diversi ruoli;
  • sentirsi accettati;
  • non sentirsi giudicati;
  • potersi esprimere liberamente;
  • riuscire a comunicare con chiarezza e sincerità il proprio punto di vista.

Perciò:

  • il presidente deve poter facilitare la comunicazione, ponendosi come mediatore dove è necessario, chiarendo e semplificando le scelte della scuola e dei singoli docenti;
  • si devono evitare giudizi negativi nei confronti del lavoro altrui;
  • si deve evitare il disorientamento dei genitori con indicazioni contraddittorie;
  • occorre controllare anche il linguaggio non verbale e interagire positivamente con tutti i membri del gruppo.